26/11/2005
Approvato dal Consiglio dei Ministri la riforma del tfr
Il Consiglio dei ministri di ieri ha deciso per lo slittamento dell'entrata in vigore della riforma del Tfr.
La riforma è stata approvata con il sì di tutti i ministri, a parte l'astensione dei ministri dell'Interno Giuseppe Pisanu, degli Affari regionali Enrico La Loggia e del Mezzogiorno Gianfranco Miccichè.
Cosa dice il provvedimento.
- La partenza è prevista dal primo gennaio 2008 anziché dal prossimo gennaio, quando scatteranno i sei mesi di silenzio assenso;
- I lavoratori avranno tempo fino al 30 giugno 2008 per decidere se far confluire il proprio tfr nei fondi pensione o lasciarlo presso il proprio datore di lavoro come accade ora.
- Scatterà invece il silenzio assenso nel caso in cui il lavoratore non indicherà nessuna opzione e la liquidazione maturata nel corso degli anni sarà versata nella forma prevista dai contratti collettivi, a meno di diversi accordi aziendali.
- Il lavoratore dovrà decidere se lasciare il suo Tfr in azienda o destinarlo ad un fondo: se deciderà di lasciarlo presso il proprio datore di lavoro, potrà anche cambiare idea successivamente, in tal caso potrà ancora destinarlo per intero in un fondo pensionistico complementare.
- Se il lavoratore non si esprimerà, il datore di lavoro trasferirà il Tfr in un fondo collettivo; se l'azienda avrà aderito a più fondi, il tfr verrà trasferito in quello individuato d'intesa con i sindacati.
- In caso di mancato accordo, la liquidazione andrà al fondo nel quale l'azienda abbia aderito con il numero maggiore di lavoratori; in caso di mancato accordo e in assenza di una forma pensionistica complementare collettiva, l'azienda trasferisce il tfr al fondo residuale che sarà istituito presso l'Inps.
- Il contributo del datore di lavoro previsto dai contratti in aggiunta al Tfr e al contributo del lavoratore dovrebbe esser versato dall'azienda al fondo solo se la forma previdenziale scelta dal lavoratore è prevista dal contratto.
- Se il contratto prevede che il contributo sia destinato solo ai fondi negoziali, il lavoratore perderà il diritto a questo contributo passando ad un'altra forma di previdenza, ad esempio le polizze individuali gestite dalle assicurazioni.