03/06/2016
Chissà se gli assicuratori scriveranno mai clausole chiare
Un assicurato subisce ingenti danni a causa di un violento nubifragio che aveva determinato l'allagamento dei locali del proprio esercizio commerciale, danni per i quali aveva stipulato apposita polizza assicurativa. La Compagnia respinge la domanda indicando che la polizza assicurativa escludeva, nella specie, i danni causati "dalla formazione di ruscelli o accumulo esterno di acqua", sebbene verificatisi in conseguenza di eventi atmosferici garantiti dalla polizza stessa (uragano, bufera, tempesta, vento, tromba d'aria, grandine).
Il Tribunale di 1^ grado e la Corte di appello danno ragione alla Compagnia.
La Corte di Cassazione, va più in fondo alla questione e osserva che “…la tecnica con la quale è formulato l'articolo 10 non è un modello di chiarezza …” e giunge alla seguente interpretazione:
“In altri termini, l'interpretazione data dalla Corte d'appello viola i fondamentali criteri della logica; non è ragionevole, infatti, ritenere che una polizza assicuri contro i danni determinati da eventi atmosferici, fra i quali rientra anche la pioggia, e neghi nel contempo la copertura assicurativa se la stessa pioggia abbia determinato un allagamento conseguente alla formazione di un ruscello. Spingendo l'interpretazione data dal giudice di merito alle estreme conseguenze, si dovrebbe dire che il danno determinato dal nubifragio è risarcito se la pioggia danneggia dall'alto e non se danneggia dal basso (com'è pacificamente avvenuto nella specie), il che non è ragionevolmente sostenibile.”