13/03/2018
Class action – si comincia anche in Italia?
Chi si è occupato o ha osservato quali paletti il legislatore abbia posto per potere procedere ad una azione di class action sul territorio Italiano, avrà interesse di leggere quanto deciso dalla Suprema Corte di cassazione (sentenza 28 aprile 2017 – 31 gennaio 2018, n. 2320).
Un privato, nonché un’associazione dei consumatori, chiedevano i danni derivanti dalla commercializzazione di un kit autodiagnostico che, secondo la società produttrice, sarebbe stato in grado di diagnosticare la c.d. influenza suina con percentuale trascurabile di errore.
Kit che in realtà era inidoneo a diagnosticare tale patologia.
Verso la sentenza di condanna della Corte d’Appello di Milano, la società produttrice di tale kit ricorreva in Cassazione denunciando, tra i vari motivi di ricorso, l’illegittimità, alla luce dell’art. 140-bis cod. cons. (Azione di classe), della class action proposta.
La Suprema Corte indica innanzi tutto come "la finalità dello strumento processuale dell’azione di classe introdotta dal legislatore nel 2009 essendo evidentemente quella di tutelare i consumatori di fronte a condotte illegittime che esplicano i propri effetti, in maniera analoga, su una pluralità di individui; e che nel caso di specie... il messaggio reclamizzato sulla confezione del prodotto, unito alle spiegazioni fornite con il foglietto illustrativo, era senza dubbio idoneo a ingenerare nel consumatore medio la convinzione di acquistare un prodotto sicuro e capace di diagnosticare la presenza dell’influenza c.d. suina con una probabilità di successo (sensitività e specificità) prossima al 100%".
A fronte di ciò, rigetta il ricorso della società produttrice.