04/06/2019
Il “valore uomo” nell’assicurazione privata infortuni
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Il “valore uomo” nell’assicurazione privata infortuni
Una persona trasportata su un veicolo, veniva coinvolta in un incidente stradale subendo dei danni. Danni che venivano liquidati dalla compagnia di controparte.
Il danneggiato aveva però stipulato una assicurazione privata contro gli infortuni e chiedeva l’indennizzo spettante dal contratto, indennizzo che veniva riconosciuto nella misura di € 32,81 corrispondente alla differenza di ciò che gli sarebbe stato liquidato dalla polizza infortuni con quanto già percepito dall’assicurazione del responsabile.
Il danneggiato ricorre in Cassazione (Sez. 3, sentenza n. 14358 del 27 maggio 2019), sostenendo che è "contra legem" sottrarre - dall'ammontare del risarcimento determinato sulla base delle tabelle relative alle lesioni cd. "micro-permanenti", emanate in attuazione dell'art. 139 cod. assicurazioni - l'indennizzo contrattualmente pattuito in una polizza infortuni, laddove sia stata prevista la rinuncia alla surrogazione di cui all'art. 1916 cod. civ.
La Suprema Corte, alla luce di precedenti sentenze, in particolare quella a Sezioni Unite del 22 maggio 2018, n. 12565 nega tale diritto affermando "l'assicurazione contro gli infortuni non mortali costituisce un'assicurazione contro i danni ed è soggetta al principio indennitario, in virtù del quale l'indennizzo non può mai eccedere il danno effettivamente patito", sicché "il risarcimento dovuto alla vittima di lesioni personali deve essere diminuito dell'importo percepito a titolo di indennizzo da parte del proprio assicuratore privato contro gli infortuni".
Allora, forse, le polizze infortuni per i casi di invalidità permanente dovrebbero costare meno.
Pietro Amati
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